Crediti di carbonio e carbon farming

FMS | 24 febbraio 2022
Crediti di carbonio e carbon farming

E’ di dicembre dell’anno scorso la comunicazione pubblicata dalla Commissione Europea “Carbon Farming, sustainable carbon cycles”.

Secondo la Commissione Europea, l’agricoltura è il settore chiave per rendere l’economia ecologica al 100% (Climate-Neutral).  

Questo perché i terreni catturano più CO2 sia dell’atmosfera, sia delle piante stesse, e non si tratta di una novità: la FAO, nel documento “State of knowledge of soil biodiversity”, pubblicato nel 2020, arriva ad affermare che “un suolo in salute immagazzina più carbonio di quello contenuto nell’atmosfera e nella vegetazione messe assieme”.

Pertanto, al fine di incoraggiare le aziende che operano nel settore agricolo a contribuire all’European Green Deal, si è ritenuto necessario creare degli incentivi diretti, collegati all’effettivo sequestro di carbonio che avviene da sempre in agricoltura. Il Carbon Farming, cioè l’organizzazione dell’attività agricola che tenga conto della capacità dei terreni di assorbire CO2, e la quantifichi, verrà incentivato, quindi, anche attraverso la PAC, ma non solo.

I cosiddetti “crediti di carbonio” sono infatti certificati negoziabili, che rappresentano in forma cartolarizzata il diritto di emettere CO2. nella misura di una tonnellata di per ciascun credito posseduto. Sono veri e propri strumenti finanziari, previsti inizialmente dal Protocollo di Kyoto, nonché nel 2015 dall’Accordo di Parigi, quale sistema di compensazione delle emissioni di carbonio, al fine di contrastare i cambiamenti climatici.

Il sistema europeo delle quote di emissione (Emissions Trading System) è stato costituito già nel 2005. Viene stabilito un tetto annuo di quote a disposizione degli operatori soggetti all’ETS (tra cui ad esempio dal 2012 anche le compagnie aeree commerciali). Gli operatori, di conseguenza, ogni anno devono restituire un numero di quote pari quelle emesse, e se non lo fanno sono soggetti a sanzioni: chi ha a propria disposizione un numero di quote inferiore rispetto a quelle “utilizzate”, per evitare le multe è costretto ad acquistare i certificati da chi né ha in esubero, o da soggetti abilitati alla vendita.

I certificati sono ottenibili attraverso la certificazione del progetto con cui si realizza il sequestro di carbonio da parte di un ente certificatore terzo riconosciuto e indipendente. La certificazione viene verificata per tutta la durata dell’attività volta all’assorbimento dei gas serra. Pertanto, i crediti saranno certificabili solo se le riduzioni di emissione saranno verificabili e quindi effettive. I certificati sono negoziabili sia pear to pear sia su mercati regolamentati. Si tratta senza dubbio di un mercato in forte espansione in cui le aziende agricole possono e devono assumere un ruolo da protagoniste, sfruttando gli incentivi, ma anche ritagliandosi una fetta di mercato che senza dubbio spetta loro di natura.

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